domenica 8 febbraio 2015

winston

Scrivo, perchè scrivere è quello che mi riesce meglio. Probabilmente o forse sicuramente questo è l'unico modo più valido e vero per liberarmi di quei pensieri che liberi non mi lasciano mai, delle mie domande, ansie.
Esiste un libretto d'istruzioni per affrontare nel modo migliore i propri cambiamenti, quelle nuove facce di te che si alternano e si rinnovano ogni giorno?

Forse me ne servirebbe uno, per fare il punto della situazione e per una volta essere decisa fino in fondo, in ciò che faccio. Non mi piace però molto fare il punto delle situazioni, fare un riassunto di ciò che sta succedendo se nel momento stesso in cui lo sto facendo io sono una persona diversa da quella in cui l'ho pensato. Ci sono nuove situazioni, nuovi legami, sentimenti, che spaventano che sono in bilico, che ti portano a fare scelte, o a rinunciare a biglietti di concerti. Ogni giorno riscopro una me diversa dal giorno prima, e da quello prima ancora, che si muove in una città che ogni giorno, mi piace sempre di piu, e mi accoglie tra le sue braccia lunghe e alberate. Amo Torino e adoro persino il suo cielo grigio. In tutto ciò conservo dubbi incertezze e paure, e arrivata la sera ogni mancanza inizia a farsi sentire, ogni domanda lascia trapelare tutte le perplessità, ma in attesa che arrivi questo libretto d'istruzioni, le mie Winston blu sono finite (come anche il filo logico di questo post, se mai ne abbia avuto uno).

lunedì 19 gennaio 2015

Insonnia

Questa è una di quelle notti insonni, in cui proprio non riesci a smettere di pensare. Dopo una giornata passata a studiare l'antifada e aver ascoltato la presentazione di un libro alquanto deprimente, per far contento il direttore del tuo tirocinio, per quanto tu possa essere  stanca e sfinita e demotivata..be di dormire proprio non se ne parla. Mi chiedevo cosa frullasse nella mente di noi donne in notti del genere, quelle idee e pensieri che la mattina dopo ci faranno sentire delle perfette idiote per non aver usato quel tempo prezioso a dormire, piuttosto che ad arrovellarci il cervello. Probabilmente la troveremmo anche una risposta, promettendoci la sera dopo di non commettere di nuovo lo stesso errore, ma finendo poi per ricaderci in quei pensieri ancora una volta, e poi un'altra ancora. E questa notte per me non c'è stanchezza che tenga, non c'è silenzio che riesca a calmare quella tempesta che ho nel cervello, o buio che rilassi i miei occhi. In fondo la notte porta consiglio...ma chi l'ha inventata questa frase? A me la notte porta solo troppe domande, riflessioni e tanta insonnia. E mi fa ricordare discorsi fatti al mattino, quando si parlava di "anime gemelle" prima di entrare in aula studio, e io ho detto che in realtà c'è l'ho già un'anima gemella, quella persona che ha conosciuto la parte più vera, nascosta e difficile di me..innamorandosene. Semplicemente non possiamo stare insieme, perché è passato troppo tempo, perché entrambi abbiamo bisogno di altro, perché viviamo due vite differenti, perché le nostre strade in questo momento sono separate e chi lo sa se un domani (come in molti pensano) potrà succedere qualcosa di nuovo, nel frattempo succede così, che trovi qualcuno con cui iniziare qualcosa di più serio e quel qualcuno, come da previsione, ti delude. E allora li non c'è pensiero che tenga, o notte che porti consiglio.

martedì 5 agosto 2014

la notte porta consiglio (o almeno così dicono)

Quindi mi ritrovo qui, senza filtri e svuotata. Nessuna maschera, e presto neanche piu quei capelli per forza lunghi che dovevano proteggermi da chissacosa, da chissachi, o forse solo da me. Proteggermi da quella che sono veramente, perchè succede sempre così. Tutti rimangono colpiti da quello che appaio, con quella sicurezza che spesso con spavalderia manifesto, e quasi sempre accade che quando iniziano a conoscere la vera persona, piena di paure, insicurezze su di se, improvvisamente scappano, liquidandosi con frasi improbabili, proposte assurde al limite della decenza, o semplicemente ignorandoti. Prese per il culo che per contarle non bastano le dita delle mani, e forse neanche quelle dei piedi. E succede delle sere che da soli non ci si basta. Succede che quella corazza costruita in questi anni, fatti di poche storie degne di essere ricordate, inizia a sgretolarsi, ma lentamente, si consuma a poco a poco e quel senso innato di indipendenza che da sempre mi ha caratterizzato cede spazio al bisogno di qualcuno a cui scrivere prima di addormentarsi, con il quale condividere i miei successi, le mie sconfitte, le mie piccole gratificazioni giornaliere, rallegrarci insieme dei momenti felici e aiutarci in quelli più tristi. La mia non è commiserazione, ma una constatazione, e lo sapevo che sarebbe arrivato il momento in cui io da sola avrei iniziato a cedere, perchè c'è bisogno di qualcuno che, anche di tanto in tanto, ti offra un pò di sé perchè ti trova bella, più bella di altre.

venerdì 4 luglio 2014

Ritrovarsi


Oggi mi sono ritrovata, nel silenzio e nel rumore dei miei gesti. Ho tolto il 3G dal cell, ho tolto il wifi, sono uscita da facebook e mi sono dedicata a me, e sapete una cosa? E' stato straordinariamente soddisfacente. Sono andata in palestra, ho fatto 20 minuti di tapisroulant, e andavo come una scheggia e quando le gambe iniziavano a bruciare andavo ancora piu svelta guardandole riflesse sullo specchio, e in quelle gambe rivedevo me, i miei cambiamenti, ciò che sono diventata, i traguardi raggiunti, le sconfitte ricevute, le delusioni, i grazie ricevuti e quelli mancati. 20 minuti in cui i pensieri erano piu forti del dolore, tenevano alta la tensione e la concentrazione, ed io in quell'ambiente mi sentivo la persona piu rilassata del mondo, improvvisamente, nonostante fossi uscita di casa sbattendo la porta e con lo sguardo di un cane indemoniato. Cerco sempre di mantenermi calma, pacata, ragionevole, non mi piace la gente che per parlare deve urlare, e odio la gente che usa un monotono quando dialoga. Ma il punto non è questo, il punto è che per quanto possa sembrare surreale io posso solo ringraziare chi ha inventato la palestra, sennò chissa quanta gente avrei rischiato di strangolare. Dopo aver scaricato ciò che potevo in palestra, ed essermi presa un "ciao bella" detto a voce sommessa e sguardo ammiccante dal mio istruttore, mi sono presa una pizza e l'ho mangiata guardandomi New Girl, mentre il cellulare è ancora lì, sul letto, stranamente silenzioso. Una serata tra me e me, non c'era il lume di candela o un giradischi di sottofondo come nelle più ovvie commedie romantiche, non c'era stata l'attesa prima, nessuna indecisione su cosa mettere, una serata così non me la dedicavo da tempo. Io e basta, io a bastarmi, a conoscermi, scrutarmi dentro, ritrovarmi quella di sempre, con fianchi piu larghi per via della pillola ma con un viso più spigoloso, quella che non riesce a tenere le unghie lunghe perchè ha poco calcio (o a detta di Fra perchè usa troppo smalto), quella che "la mattina la colazione è sacra", quella amante del thè alla vaniglia. Quella che ha il vizio di odorare qualsiasi cosa le passa sotto il naso rischiando spesso di risultare fastidiosa, quella a cui manca la sua chitarra e più passa il tempo più teme di essersi dimenticata tutto, a cui manca il profumo della roba lavata dalla mamma, i suoi attacchi di affetto da cui anche fra 30 anni non potrà scappare, lei che mi ha salutato 20enne a maggio e mi ritroverà 21enne. Ho rivisto quella persona a cui manca il suo mare con i suoi indescrivibili tramonti, rossi, rosa, gialli, e che con la luna piena di sera diventa lo "specchio delle mie brame"; la sabbia fine e la salsedine sulla pelle color cioccolato, i frappè cocco e nutella, le cedrate la sera con gli amici. E mentre ritrovavo quella persona, quella di sempre, ne ho assemblato una nuova, con idee nuove e diverse sulla gente, sul mondo, su ciò che è intorno a lei, che sta vivendo e sperimentando. Oppure sono tutte solo impressioni di una nuova persona, maturate in una sera di luglio a Torino, quando fuori piove e sembra tornato l'inverno.

mercoledì 21 maggio 2014

biblioteca pensieri e caffè

Mercoledì sera di Maggio, reduce da una giornata passata in biblioteca con alle spalle 5 caffè ben distribuiti durante la giornata ma ugualmente assonnata, a volte mi domando se aver iniziato troppo presto ad ingerire caffeina abbia ormai eliminato ogni suo effetto benefico su di me. Ma intanto scrivo, scrivo di quanto sia rilassante tuttavia passare un mercoledì sera a casa, a mangiare sfogliatine e a fumare nel silenzio e nella calma ascoltando solo gli Smiths, a pensare a riflettere a disegnare futuri ma non troppo lontani tatuaggi. In realtà ultimamente penso spesso al mio quasi imminente compleanno, a quanto in un anno la mia vita sia cambiata nuovamente, e a quanto ancora dovrà cambiare. Penso alle persone che un anno fa erano li tra spiagge immense e cicchetti di sambuca alle sei del pomeriggio, a dalila costanza dudi martina olly elisa, a farmi festeggiare anche se per me da festeggiare non c'era nulla, a farmi addentare un mega muffin al cioccolato con una candelina sopra, a farmi iniziare i miei 20 anni nel modo migliore che si potesse trovare. E penso all'amore che mi hanno dato, in così poco tempo. Adesso invece mi ritrovo qui, in un mercoledì sera a casa (perchè soldini ultimamente scarseggiano) e nuovamente cambiata. Ma questa volta in meglio, senza privazioni, senza dovermi svegliare la notte con i crampi allo stomaco e senza tarallini lasciati a metà nella dispensa (la mia amica costanza narrerà di questa storia anche ai suoi figli) e senza preparare esami di cui non ti importa nulla. Ma ci sono questa volta, in una nuova città che mi accoglie ogni giorno in un modo diverso, con quello che ero stata prima e che è quella che sono, che sono veramente. Ora che ci sono nuove persone che passeranno con me il compleanno, persone diverse ma che ugualmente sono entrate a far parte di questa mia vita adesso. Però pensare per ora può bastare, in fondo domani mi aspetta un'altra giornata in biblioteca, e questa volta prometto di non essere insofferente con chi accanto a me sottolinea con il righello mentre io traccio curve in autostrada sui miei libri, ma in fondo va bene così il mondo è bello perchè è vario.

mercoledì 12 marzo 2014

ghiaccioli alla cocacola

E' marzo, e inizio a odiare le domeniche..immense, lunghe, lontane, distanti, senza il mare il sole la mia sabbia. Ogni luogo nuovo, dopo un pò inizia a diventarti stretto e senti il bisogno di tornare lì dove hai le tue radici, i tuoi quaderni delle elementari conservati dalla mamma, gli album fotografici nel mobile del salotto. In quel posto dove le domeniche non sono lunghe immense e distanti, ma piene dalla mattina quando ti alzi per vedere i tuoi amici per poi arrivare al pranzo che tua madre avrà iniziato a preparare dalla mattina, le diatribe sull'arena di Giletti su rai uno, le imprecazioni se il Taranto perde, e il giretto a mare soprattutto se siamo ad Aprile-Maggio e le giornate sono belle, bellissime. Ripensandoci realizzo che alla fine sono cose semplici, momenti cosi piccoli che mi sembrano però così lontani, adesso dove è una vita così diversa. Non voglio dire che stia male qui, ma che semplicemente quella vita mi manca spesso, tanto. E' iniziato tutto un altro giro, senza mare il pomeriggio e senza partite del Taranto la domenica su studio100, e con un grande vuoto dentro che però viene fortunatamente sempre un pò colmato da chi ho incontrato in questo nuovo viaggio, nessuno uguale tra loro, ognuno con qualcosa di particolare. L'altro giorno al parco però è stato bello, Francesca ha portato la chitarra e abbiamo cantato Battisti, non so se sarà stato veramente contento della nostra interpretazione, ma almeno ci abbiamo provato dai, e poi si la prossima volta Gabrielle la porto con me, ho bisogno di riprenderla in mano quando sono nervosa, quando sono felice, al parco con il sole, una sigaretta e un ghiacciolo alla coca cola.  

domenica 1 dicembre 2013

ri(comincio)


Quasi quasi ricomincio. Ricomincio da me per esempio, da una frangetta che non facevo dalle medie. Ricomincio da una città nuova, grande, e una delle poche davvero belle anche con il cielo grigio. Ricomincio da delle nuove amicizie, da una casa e non da un convitto. Ricomincio forse a scrivere. Ricomincio dai miei libri di spagnolo del liceo, dai miei schemi sul quaderno, dai  verbi ripetuti come l’Ave Maria. Mantengo i miei capelli lunghi, le fette biscottate con la marmellata di albicocche, la voglia di fotografare, le mie insicurezze, i miei obbiettivi, la musica di sempre, i soliti pensieri, le foto delle persone che amo attaccate alla parete della mia (nuova) camera.

ho (avuto) ancora la forza, citando Luciano e questa volta,

 è la volta giusta.